STEPHEN E TIMOTHY QUAY
Autori: Jayne Pilling, Fabrizio Liberti (a cura di), Arturo Invernici (con la collaborazione di) | Indice: | Unico testo critico apparso in Italia sull'opera dei fratelli Quay, raffinati animatori stop-motion originari di Philadelphia ed europei d'adozione e per immaginario: vivono a Londra e, lontani dall'animazione industriale di marca disneyana, sono decisamente più affini alla scuola d'animazione dell'Est Europa e, più in generale, alla tradizione culturale mitteleuropea . A partire dall'esaustivo saggio di apertura di Atkinson, il più corposo e globale di tutti, il volume si avvale di diversi contributi, dalla fine analisi musicologica di Ermanno Comuzio (soprattutto Janáček a Stravinskij, a cui gli enciclopedici Quay hanno dedicato due Portraits in forma di cortometraggio) alla testimonianza non proprio imprescindibile del collaboratore Larry Sider, loro sound-designer. Pressochè tutti i saggi si sforzano di non guastare con interpretazionismi azzardati il seducente ermetismo dell'opera quayiana (che, come da tradizione surrealista, misteriosa e inafferrabile rimane), preferendo illuminare rsipettosamente solo qualche zona d'ombra grazie alle influenze più o meno dichiarate. Seguono così i necessari riferimenti sia in ambito letterario (Kafka, Borges, ma anche Robert Walser e Bruno Schulz, da cui i Quay hanno adattato rispettivamente The Institute Benjamenta e lo straordinario Street of Crocodiles) che strettamente cinematografico: Švankmajer (omaggiato anche con The cabinet of Jan Švankmajer ), Jiri Trnka e Borowczyk. Impreziosiscono due cammeo d'eccezione: un'entusiasta recensione di Peter Greenaway (che ricambia in questo modo la comparsata dei fratellini in The Falls) e una breve introduzione del grande Hal Hartley che suona come un'affettuosa dedica. La vera manna del catalogo rimane però la stupenda intervista a cura di Liberti, ancora più apprezzabile considerata la natura solitamente schiva e poco comunicativa dei due artisti. Nel complesso un eccellente compendio, riccamente illustrato sia in b/n che a colori e più nutrito degli abitualmente magri cataloghi del Bergamo Film Meeting. Come tutte le monografie del BFM, però, ha anche il problema non trascurabile della reperibilità: per acquistarlo, occorre infatti ordinarlo sul sito http://ecommerce.alasca.it/ . Dario Stefanoni |