Autori: Simone Emiliani e Carlo Altinier
Casa editrice: Le Mani Microart's, Genova, 2009
Collana: Cinema
Pagine: 334
Formato: 14x21
Prezzo: 18 €
Lingua: Italiano | Indice:
Introduzione
La metemorfosi: il libro e il documentario Easy Riders Raging Bulls
- Il documentario
- Prima della rivoluzione
- Il re della serie B
- Si spalancano le porte
- La libertà amico, è la cosa più importante
- L'uomo che sarebbe diventato re
- Easy Rider perde colpi
- L'ondata successiva
- I pazzi prendono il comando del manicomio
- La rivincita dei Nerds
Tieni l'azione, taglia il resto: Roger Corman
- L'uomo che fuggì verso il futuro
- Altre anime cormaniane: Coppola, Bogdanovich, Scorsese
Underground Hollywood
- Il New American Cinema
- Il cinema che fuggì dal futuro
- Flaming Bodies, Fading Bodies
Strade senza ritorno: il road movie
- Le origini
- Ribelli senza causa
- On the road
- Gli inizi, da Roger Corman a Dennis Hopper
- Ritorno al passato
- Nel segno della velocità
- Criminali in fuga
- Contaminazione
Quel che resta della vecchia Hollywood
- I resti della Vecchia Hollywood
- Le mutazioni del tempo
- A metà strada
- Instabilità
- Dentro al nuovo cinema
- Ritorno dall'ombra
I nuovi autori e i nuovi divi
- Gli artefici del cambiamento
- Nuove inquitudini
- Europei ad Hollywood: un equilibrio delicato
- La nuova ondata
- I cineasti essenzialmente legati alla New Hollywood
- Altre figure
- I nuovi divi
- Attori dietro la macchina da presa
Malinconie metropolitane
- Fughe all'estero
- Le mille luci di New York
- Dall'esterno
- Oltre il passato
- Sulle strade del poliziesco
- Città-Stato: Rocky, Tutti gli uomini del Presidente e Provaci ancora Sam
- Le colline del desiderio: Hollywood/Los Angeles
Atmosfere, forme, generi
- Alla ricerca della libertà
- Fughe sonore
- La blaxploitation
- Viaggio nei generi tra classicismo e modernità
Bibliografia
Indice dei nomi e dei film | Erano gli anni in cui mostri sacri del calibro di Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, George Lucas e Brian De Palma, per citare i più celebri, e John Milius, Michael Cimino e Bob Rafelson, per scivolare nel meno conosciuto, muovevano i primi passi nel mondo della settima arte, chi sui set della factoru di Corman, chi facendo gavetta per il piccoo schermo, chi facendo dello studio e della frequentazione di aule universitarie e sale di cinema off la sua palestra prediletta. Il mondo stava cambiando, il Vietnam e la polemica che ne scaturì, scuoteva gli Stati Uniti, le rivolte studentesche del ’68 facevano altrettanto con l’Europa. Il cinema stesso stava cambiando pelle: da una parte non si poteva fare a meno di confrontarsi con la rivoluzione portata delle nouvelle vagues europee e dall’altra si bisognava fare i conti con la crisi, di idee e di pubblico, che già da qualche hanno aveva coinvolto la Hollywood che conta. Il talento e la rabbia di un pugno di giovanissimi cineasti nati tra la fine degli anni ’30 e la metà degli anni ’40 fecero il resto.
A Simone Emiliani e Carlo Altiniernon importa che la letteratura sulla New Hollywood sia così ampia ed approfondita: i due, anzi, forniscono una lettura del fenomeno che tiene conto di quanto scritto finora sull’argomento, organizzando fonti ed informazioni in un percorso che si allontana dall’approccio puramente critico per avvicinarsi ai più placidi e oggettivi lidi della storia del cinema. Partendo dall’analisi del libro e del documentario Easy Riders Raging Bulls, gettando quindi immeditamente il lettore in media res, gli autori compiono un viaggio che evita di cadere nel tranello di analizzare nello specifico le pellicole più importanti del genere, preferendo un taglio che studi le dinamiche produttive del nuovo cinema hollywoodiano e che approfondisca i rapporti che esso ha intrattenuto con tutto ciò che lo ha preceduto (dalle già citate nouvelle vagues europee all’underground cinema del periodo immeditamente precedente) e che intrattiene tutt’ora con il cinema moderno che è inevitabilmente influenzato dalle innovazioni portate dalla New Hollywood. Le questioni sociali che favoriscono la nascita di questo macro e meta genere sono lasciate sullo sfondo optando per un’analisi cinematografica che non faccia della sociologia la sua base fondante.
Fughe da Hollywood è un libro che non si fa spaventare dalla materia analizzata, che non ha paura di scendere nel dettaglio e di snocciolare nomi e cognomi non solo dei protagonisti ma anche dei comprimari, che non teme di sfondare il muro delle trecento pagine e che si aiuta nell’organizzazione del lavoro con un indice analitico estremamente curato.
Fughe da Hollywood parla del cinema che ha fatto grande la Hollywood degli anni ’70, che ha regalato agli spettatori film larghi, lunghi, grossi, grandi, come Il Padrino, Lo squalo, Taxi Driver, e per farlo capisce di dover adattarsi al linguaggio dell’arte che analizza: rimanere sempre estremamente intelleggibile, non scordando però dettagli e puntualizzazioni che possono fare la differenza.
Michelangelo Pasini
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