I MANIFESTI TIPOGRAFICI DEL CINEMA - LA COLLEZIONE DELLA FONDAZIONE CINETECA ITALIANA 1919-1939

I MANIFESTI TIPOGRAFICI DEL CINEMA- LA COLLEZIONE DELLA FONDAZIONE CINETECA ITALIANA 1919-1939, a cura di Roberto Della Torre ed Elena Mosconi


Autori: Roberto Della Torre ed Elena Mosconi (a cura di)


Casa editrice:
Il Castoro, Milano, 2001


Collana:
Il Castoro Cinema


Pagine:
158

Formato: 17x24


Prezzo:
14 €


Lingua:
Italiano

Indice:

Premessa di Elena Mosconi e Roberto Della Torre

Il manifesto lungo le vie del cinema di Fabio Radaelli

Il manifesto tipografico: struttura e funzioni di Roberto Della Torre

Pubblicità e affissioni di Roberto Della Torre

Scheda. Profilo di una sala cinematografica: il cine X di Giulia Marcora

Lo spettacolo cinematografico di Gianluca Casadei

Scheda. Tra cinema e varietà: Anna Fougez e Polidor di Gianluca Casadei

“Sublime interpretazione di...”: incursioni nel divismo attraverso i manifesti tipografici milanesi di Raffaele De Berti

Scheda. Un autore-divo: Lucio D'Ambra di Stefania Mignoli

Il genere e le pratiche comunicative: il testo verbale dei manifesti e le strutture testuali di genere di Roberta Marasco

Scheda. Il genere storico nei manifesti tipografici di Savinia Colombo

Il pubblico tra manifesti e film di Elena Mosconi

Quattro chiacchiere con gli esercenti. Intervista a Ulderico Bonfanti e Ambrogio Moro di Roberto Della Torre

L'esperienza dello spettatore attraverso le cartoline del Cinematografo Centrale di Francesco Casetti

Tracce di modernità nelle cartoline del cinema Centrale di Lorena Iori

Glossario

Appunti d'archivio


Durante gli anni Settanta le cineteche italiane si aprono, tra meraviglia ed ammirazione, ad una sostanziale acquisizione di materiali non filmici disparati e di diversissima provenienza: archivi fotografici, fondi privati, archivi di colonne sonore e di locandine, diari e lettere. L'equazione cinema uguale film, già in forma non proprio smagliante, subisce una decisiva incrinatura. In questo contesto la Cineteca Italiana, ente semi-privato milanese fondato dal gruppo di Corrente (Rognoni, i Comencini, Lattuada, Luigi Veronesi, ecc.), acquistò un importante fondo di 120.000 manifesti non illustrati relativi alla programmazione di più di 150 sale cittadine dal 1919 al 1939. Come dire l'intero spettacolo cinematografico milanese di due decenni.
Purtroppo, però, i materiali non filmici acquisiti dalle cineteche hanno vita infausta, condannati come sono a scaffali polverosi dai quali vengono rimossi nella migliore delle ipotesi per una mostra. A meno che non abbiano la fortuna di suscitare l'interesse di un gruppo di ricerca che, come in questo caso l'Università Cattolica, ne rileva il valore storico e provvede ad un'opportuna valorizzazione. Il tutto affidato alla guida di Elena Mosconi e Roberto Della Torre, due esperti da prospettive diverse (ricercatrice lei e archivista lui) di spettacolo e spettatorialità cinematografica, e composto da studenti specializzandi e dottorandi.
I manifesti tipografici, specialmente se raccolti in un così ampio fondo, rappresentano una chiave d'argento per orientarsi tra i cunicoli della storia locale, senza contare le fruttuose deviazioni che un'attenta analisi lascia intravedere (come dimostrato da Raffaele De Berti e Roberta Marasco).
Così, in un complicato intreccio di leggi di mercato e autorappresentazione, i manifesti si fanno fonte plurale e polisemica, specchio infedele e risorsa preziosissima. Gioco d'interpretazione e di rilettura, dunque, che richiede mani abili, forse a volte più di quelle dei giovani ricercatori della Cattolica.
Il volume rimane comunque, anche con le sue cadute dovute più alla poca consistenza di alcuni interventi (compreso il farraginoso saggio della Mosconi) che non ad una mancanza globale, un caso unico, sia per i manifesti tipografici – ovviamente – che per lo sperimentalismo di un lavoro costruito tutto su una collezione parafilmica, utilizzata come un grimaldello per forzare più di un avamposto (il pubblico ma anche i generi, la pubblicistica, il divismo, la legislazione e l'esercizio).
In appendice Francesco Casetti e, ancor meglio, Loretta Iori analizzano le stupende cartoline del Cinematografo Centrale, la mitica sala della Galleria.

Giuseppe Fidotta