IL DIZIONARIO DEI FILM DI HONG KONG

Il dizionario dei film di Hong Kong

Autori: Giona A. Nazzaro, Andrea Tagliacozzo



Casa editrice:
Universitaria Editrice, Chieti, 2005



Collana:
-



Pagine:
464



Formato:
17x23



Prezzo:
39,90€



Lingua:
Italiano

Indice:

Premessa


Prefazione di Lorenzo De Luca


Introduzione di Giona A. Nazzaro


Breve glossario


Note linguistiche


Il dizionario dei film


Antologia





Negli anni ’80, quando il cinema viveva una stagione ben più fiorente di quella odierna, non era raro sentire più di un critico, illuminato, affermare che il cinema di Hong Kong fosse in quel determinato periodo storico il “più bello del mondo”. Oggi, che ad Hollywood è rimasto solo il guerrilla marketing e che anche l’Europa scarseggia di talenti, l’ex colonia britannica riesce ancora, anche se non così frequentemente, a stupire il cinemaniaco più navigato ed esigente. Non che siano in molti, con grande rammarico dei pochi, a pensarla così, purtroppo. Questo trova conferma anche nelle parole di Giona A. Nazzaro e Andrea Tagliacozzo, autori del libro in oggetto, che nell’introduzione a questa vera e propria bibbia di prodotti in celluloide ne raccontano la difficile gestazione, dettata soprattutto dal rapporto con diversi editori per niente convinti del loro progetto. E pensare che il duo critico una certa credibilità in merito se l’era costruita prima con Hong Kong – Spade, kung fu, pistole e fantasmi, progenitore di questo ben più ampio dizionario, poi con John Woo – La nuova leggenda del cinema d’azione, volume dedicato ad uno dei pochi registi cantonesi ad essersi imposto anche al grande pubblico occidentale. Dopo anni di lavoro, visioni e catalogazioni l’impresa è però compiuta: oltre 850 film schedati per un’opera che al momento, e chissà per quanto ancora, in Italia non ha rivali. La maniacale cura e ricerca filologica con cui il dizionario è scritto è evidente fin dal lavoro svolto sul titolo di ogni pellicola recensita: il titolo originale scritto in ideogrammi segue quello internazionale e precede la traslitterazione prima in cantonese poi in mandarino. Note di produzione, regia, cast, incasso (che manna dal cielo per i maniaci delle statistiche!) e giudizio sintetizzato con il classico sistema delle stelline completano la parte tecnica di ogni scheda. Poi, a ruota, il corpo della recensione: attraverso il commento critico e le curiosità più varie Nazzaro e Tagliacozzo tentano di contestualizzare ogni pellicola non solo nel nebuloso panorama cinematografico di Hong Kong, ma inserendola anche in un contesto più globale. Nelle quasi 500 pagine esplode l’orgia creativa di un cinema che senza la paura di esagerare, prendersi in giro, ripetersi, accumulare e reinventare, riesce, ancora e come nessun’altra cinematografia nel mondo, ad abbinare qualità e box office, ad essere quindi autoriale e popolare allo stesso tempo.
E’ possibile affermare con spavalda sicurezza che un libro tanto di nicchia possa in realtà essere pane per i denti di qualunque appassionato della settima arte?! Considerata l’influenza che il cinema cantonese ha avuto e sta avendo anche attualmente sull’intera cinematografia occidentale (i combattimenti di Matrix sono l’esempio che viene citato più spesso) e la curiosità generata dalle poche pellicole prodotte ad Hong Kong che passano il fittissimo filtro operato dalle case distributrici di casa nostra, la risposta non può essere che positiva.
Un solo cruccio: per ovvi motivi editoriali (altrimenti la mole del libro sarebbe cresciuta a dismisura) il periodo preso in esame è limitato alla produzione hongkonghese degli ultimi 25 anni. Speriamo in un seguito che colmi questa lacuna.
Non ci si faccia spaventare dal prezzo: il libro vale ogni singolo euro speso.

Michelangelo Pasini