STEPHEN E TIMOTHY QUAY

STEPHEN E TIMOTHY QUAY Jayne Pilling, Fabrizio Liberti (a cura di), Arturo Invernici (con la collaborazione di)


Autori: Jayne Pilling, Fabrizio Liberti (a cura di), Arturo Invernici (con la collaborazione di)



Casa editrice:
Edizioni di Cineforum, Bergamo, 1999



Collana:
Monografie Bergamo Film Meeting


Pagine:
111



Formato:
16x23



Prezzo:
15€



Lingua:
Italiano

Indice:

Introduzione, di Hal Hartley

La Biblioteca di Babele, di Fabrizio Liberti

I mondi notturni dei fratelli Quay, di Michael Atkinson

Maschere, musica e danze di sogno, di Nick Wadley

Eclisse (o della mano incerta di un calligrafo), di Michele Fadda

La musica e i suoni o della Guerra di Secessione, di Ermanno Comuzio

Indagini per geografie estinte, di T.L. Reid

Dove le parallele s'incontrano, di Edwin Carels

Quelli che sognano senza fine, di Pedro Sarrazina

Un processo molto strano, di Larry Sider

La strada dei coccodrilli, di Peter Greenaway

“Quando il vino conserva l'aroma...”. Conversazione con i fratelli Quay

Cenni biografici

Filmografia

Bibliografia


Unico testo critico apparso in Italia sull'opera dei fratelli Quay, raffinati animatori stop-motion originari di Philadelphia ed europei d'adozione e per immaginario: vivono a Londra e, lontani dall'animazione industriale di marca disneyana, sono decisamente più affini alla scuola d'animazione dell'Est Europa e, più in generale, alla tradizione culturale mitteleuropea .
A partire dall'esaustivo saggio di apertura di Atkinson, il più corposo e globale di tutti, il volume si avvale di diversi contributi, dalla fine analisi musicologica di Ermanno Comuzio (soprattutto Janáček a Stravinskij, a cui gli enciclopedici Quay hanno dedicato due Portraits in forma di cortometraggio) alla testimonianza non proprio imprescindibile del collaboratore Larry Sider, loro sound-designer. Pressochè tutti i saggi si sforzano di non guastare con interpretazionismi azzardati il seducente ermetismo dell'opera quayiana (che, come da tradizione surrealista, misteriosa e inafferrabile rimane), preferendo illuminare rsipettosamente solo qualche zona d'ombra grazie alle influenze più o meno dichiarate. Seguono così i necessari riferimenti sia in ambito letterario (Kafka, Borges, ma anche Robert Walser e Bruno Schulz, da cui i Quay hanno adattato rispettivamente The Institute Benjamenta e lo straordinario Street of Crocodiles) che strettamente cinematografico: Švankmajer (omaggiato anche con The cabinet of Jan Švankmajer ), Jiri Trnka e Borowczyk.
Impreziosiscono due cammeo d'eccezione: un'entusiasta recensione di Peter Greenaway (che ricambia in questo modo la comparsata dei fratellini in The Falls) e una breve introduzione del grande Hal Hartley che suona come un'affettuosa dedica.
La vera manna del catalogo rimane però la stupenda intervista a cura di Liberti, ancora più apprezzabile considerata la natura solitamente schiva e poco comunicativa dei due artisti.
Nel complesso un eccellente compendio, riccamente illustrato sia in b/n che a colori e più nutrito degli abitualmente magri cataloghi del Bergamo Film Meeting. Come tutte le monografie del BFM, però, ha anche il problema non trascurabile della reperibilità: per acquistarlo, occorre infatti ordinarlo sul sito http://ecommerce.alasca.it/ .

Dario Stefanoni