NATO COL BOTTO

NATO COL BOTTO di Steve Martin


Autori: Steve Martin


Casa editrice:
Excelsior 1881, Milano, 2009


Collana:
Ars Vivendi


Pagine:
206


Formato:
13x19,5


Prezzo:
18,50 €


Lingua:
Italiano

Indice:

Per cominciare


Coffe and Confusione


I comici alla radio


Disneyland


Il Bird Cage


La televisione


Sulla strada


Verso il successo


Si spengono le luci



Il rapporto empatico con un libro è spesso una questione di gusto. Ma molto frequentemente prima del gusto, della soggettività di giudizio, entra in gioco un fattore che ha un aspetto decisamente più oggettivo, vale a dire il retaggio socio-culturale del lettore. Questa autobiografia di Steve Martin (che lui preferisce definire “la biografia di qualcuno che conosco molto bene”) rischia seriamente di essere l'esempio lampante di come per gustare completamente un libro sia necessario entrare in relazione con esso, ma anche di come spesso per farlo siano necessarie conoscenze pregresse ed un immersione totale nell'universo descritto dall'autore. Per questo è legittimo pensare che Nato col botto possa risultare un'opera alquanto tiepida per un pubblico italiano che conosce Steve Martin, protagonista e autore delle vicende narrate, solamente per pellicole come “Il padre della sposa” o “La pantera rosa” ed il suo seguito, ignorandone magari gli esordi cinematografici de “Lo straccione”. Ma anche il cinefilo più attento potrà trovarsi in difficoltà nel comprendere il mondo in cui gran parte dei comici statunitensi più apprezzati oggi, sono stati costretti a muoversi durante i primi venti, spesso trent'anni di gavetta. Stiamo parlando del mondo della comicità televisiva del “Saturday Night Live”, di tutti i programmi che ne hanno preceduto e seguito il successo, e soprattutto di tutte le migliaia di spettacoli di “stand-up” che popolano gli oscuri, ora squallidi ora più chic, localini americani, da New York a San Francisco.
Il modo di Steve Martin di raccontare ogni singolo episodio, ogni particolare, ogni battuta, dà per scontata una profonda conoscenza del milieu comico dei locali notturni statunitensi. E' questa precondizione a permettere allo scrittore di lasciarsi andare in puntigliose e piuttosto lunghe descrizioni di ogni singolo aspetto dei suoi “numeri comici di gioventù”, citando per filo e per segno battute, gag, filastrocche e canzoni che hanno contribuito, anno dopo anno, spettacolo dopo spettacolo, a renderlo famoso in tutta la nazione. Per il lettore italiano, che molto probabilmente questo universo non l'ha mai conosciuto, è difficile calarsi nel buio fumoso dei localetti sopra descritti, e proprio per questo le lunghe gag riportate in Nato col botto possono risultare un'autocelebrazione fine a sé stessa. Per un pubblico più vicino alla giungla dello “stand-up” invece l'autobiografia di Steve Martin è l'ennesima variazione sul tema dell'american dream narrata con stile particolarmente brioso e divertente. Come vuole tradizione, Steve Martin principia il suo volume descrivendo i suoi primissimi spettacoli e lo finisce proprio all’alba del successo, infarcendo il tutto con sporadici flashback e flashforward a raccontarne il prima e il dopo; in alcuni passi più personali Nato col botto si tinge di un realismo tale (vedi rapporto con il padre) da sfiorare un sincero quanto amaro cinismo.

Michelangelo Pasini