FANNY E ALEXANDER - UN ROMANZO





Fanny e Alexander, Ubulibri, Ingmar Bergman

Autori: Ingmar Bergman


Casa editrice: Ubulibri, Milano, 1987


Collana: I libri bianchi


Pagine: 145


Formato: 15x22


Prezzo: 15,49€


Lingua: Italiano

Indice:

Fanny e Alexander



Prologo



Il Natale




Morte e funerale




La partenza




Gli avvenimenti dell’estate




I Demoni




Epilogo




Fanny e Alexander, il film






E’il breve romanzo scritto da Bergman in funzione del film che avrebbe poi girato nel 1982. Ricco di dialoghi e di minuziose descrizioni ambientali, è senz’altro interessante, almeno per chi ha amato la pellicola, da molti considerata il più bel film del regista svedese in assoluto.
Uno degli aspetti più interessanti di questa lettura è rilevare le piccole e grandi discrepanze tra il libro e quanto è stato poi adattato per il grande schermo: la prima differenza che salta all’occhio è la figura di Amanda, sorella di Fanny e Alexander, personaggi che Bergman decise successivamente di eliminare del tutto dalla sceneggiatura. Nelle prima pagine l’autore elenca tutti i personaggi che troveremo nel romanzo, dividendoli in categorie (la famiglia Ekdahl, la compagnia del teatro, la famiglia del perfido pastore Vergerus); quindi –nel prologo- fornisce una precisa descrizione degli ambienti e del tono generale, il tutto in meno di 11 pagine. Inizia poi la narrazione vera e propria, che come sarà nel film ha il suo inizio nella grande residenza invernale di nonna Helena in occasione del Natale. Nel libro, uscito più di vent’anni fa ma fortunatamente ancora reperibile sul sito web della casa editrice, sono riprodotti anche alcuni disegni di Marik Vos-Lundh, costumista che vinse il premio Oscar proprio per il suo lavoro nel film.
Non trattandosi di un romanzo in senso stretto ma più di un lavoro preparatorio alla pellicola, solo chi ha già visto ed amato il film può apprezzare in toto il volume: successivamente, a libro terminato, è quasi impossibile resistere alla tentazione di andare a ripescare la pellicola di Bergman e fruirne nuovamente in modo ancora più consapevole.

Andrea Martinenghi