LANTERNA MAGICA- L’AUTOBIOGRAFIA DEL MAESTRO DEL CINEMA

LANTERNA MAGICA- L’AUTOBIOGRAFIA DEL MAESTRO DEL CINEMA, di Ingmar Bergman


Autori: Ingmar Bergman



Casa editrice:
Garzanti, Milano, 2008



Collana:
-



Pagine:
260



Formato:
15x22



Prezzo:
16,60€



Lingua:
Italiano

Indice:

Non presente

L’autobiografia di Ingmar Bergman, scritta dal regista nel 1986, è una miniera di informazioni di grande interesse per chiunque voglia approfondire la sua visione della vita e del cinema. Da una parte infatti l’autore indulge in lunghi, nostalgici, racconti della sua infanzia (rievocata con una memoria a dir poco impressionante), e che mostrano molte assonanze con quanto Bergman scriverà nelle sue sceneggiature; dall’altra il regista descrive alcuni momenti della sua vita privata, spesso dolorosi se non addirittura umilianti. Bergman è sincero, impietoso e non sembra per nulla interessato ad apparire una persona migliore di quanto fosse in realtà: sia quando narra dei rapporti con gli elementi delle sue troupe, che quando entra nei dettagli della sua tempestosa vita familiare. Dagli scontri col padre, pastore autoritario e spesso anche violento, al rapporto con i nove figli, avuti da cinque donne diverse e citati nel libro solo raramente ed in modo generico; il che lascia intendere che forse il regista non sia stato un padre migliore di quello che gli era toccato in sorte. Leggendo i ricordi di quand’era bambino nella casa della nonna circondato dai parenti in occasione di qualche festività, è praticamente impossibile non pensare a Fanny & Alexander, il film forse più esplicitamente autobiografico del regista, in cui convivono felicemente realtà vera e realtà romanzata. Molto spazio è dedicato alla vicenda giudiziaria che Bergman dovette affrontare per motivi fiscali nel 1976 e che costò al regista un forte esaurimento nervoso, oltre che un sostanziale esilio dalla Svezia durato qualche anno.
Il libro riesce ad essere interessante sia quando parla del passato più recente che quando si tuffa nei ricordi d’infanzia degli anni ’20 e ’30, grazie soprattutto alla qualità che più di tutte va riconosciuta a Bergman, quella di essere un grandissimo narratore.

Andrea Martinenghi