MACCHINE DI CELLULOIDE - FILM, STORIA E CURIOSITA' SULLE "MACCHINE" NEL CINEMA

MACCHINE DI CELLULOIDE, di Giuseppe Colangelo


Autori: Giuseppe Colangelo



Casa editrice:
Book Time, Milano, 2009



Collana:
Cinema


Pagine:
222



Formato:
14,5x21



Prezzo:
16€



Lingua:
Italiano

Indice:

Introduzione

Premessa

- Aerei

- Auto, autobus, camion, metrò, motocicli, pullmann e tram

- Computer e robot

- Navi, barche e sommergibili

- Treni

- Viaggi nel tempo

Indice dei registi

Indice dei titoli

Bibliografia

Crediti fotografici


A partire dalla locomotiva dei Lumière che terrorizzò il pubblico in sala (L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, classe 1896) il cinema non ha mai smesso di flirtare con il mondo delle macchine, veicoli di ogni sorta ma anche cyborg, robot, computer e macchine del tempo. Un esempio su tutti? Il lavoro di George Berris, “the king of kustomization”, creatore/allestitore delle più memorabili protagoniste a quattro ruote del cinema: tra le sue opere più celebri, la Greased Lightning di Grease, l'immortale DeLorean di Ritorno al Futuro e l'ambulanza di Ghostbusters. Ma i connubi tra i due immaginari sono svariati, se esistono persino interi filoni di film dedicati ai bikers delle Harley Davidson e anche quelli sui centauri, certo più dimessi, delle Vespe. Anche di queste curiosità racconta Macchine di celluloide, uno scorrevole dizionario illustrato in b/n (brutta la stampa delle immagini) che raccoglie tutte le filmografie possibili sul tema, classificate in base al tipo di macchina protagonista. Oltre alla torrenziale e puntigliosa enumerazione di titoli, spesso pretestuosa, ogni capitolo è chiuso dai “magnifici dodici” di ciascun genere, titoli scelti tra i migliori e approfonditi appena con qualche dettaglio in più. Tra queste top 12, alcune scelte sorprendenti e intelligentemente eretiche come Death Proof di Tarantino o i misconosciuti Cafè Express di Nanni Loy e L'ingorgo di Comencini.
Comodo archivio filmografico forse troppo specifico per risultare davvero necessario, indicato soprattutto per ricerche e catalogazioni, risente dell'impianto strettamente nozionistico su cui si basa e della mancanza di approfondimenti. La pecca meno trascurabile è il prezzo, eccessivo per il modesto numero di pagine (135, considerato che l'altra metà del libro consta di soli indici) e per la scarsa cura editoriale (diversi errori di stampa).

Michelangelo Pasini