OCCHIO MIO DIO - IL NEW AMERICAN CINEMA

Occhio mio dio, di Alfredo Leonardi

Autori: Alfredo Leonardi


Casa editrice: Clueb, Bologna, 2006

Collana: -


Pagine: 254


Formato: 15x21


Prezzo: 18€


Lingua: Italiano

Indice:

Premessa di Vittorio Boarini

Introduzione

Capitolo primo
- Le origini
- Maya Deren
- Marie Menken
- Willard Maas

Capitolo secondo
- Il risveglio della West Coast
- Curtis Harrington
- James Broughton
- Sidney Peterson
- Kenneth Anger
- I Whitney Bros.
- L'illusionista internazionale: -Hans Richter

Capitolo terzo
- Gregory Markopoulos

Capitolo quarto
- Harry Smith
- Ian Hugo

Capitolo quinto
- Stan Brakhage

Capitolo sesto
- Robert Breer
- Stan Vanderbeek

Capitolo settimo
- I Kuchar Bros

Capitolo ottavo
- Larry Jordan
- Ken Jacobs
- Jack Smith
- Piero Heliczer
- Bruce Conner

Capitolo nono
- Ron Rice
- Vernon Zimmerman
- Bruce Baillie
- Jonas Mekas

Capitolo decimo
- Andy Warhol
- George Landow
- Tony Conrad
- Paul Sharits
- Michael Snow
- Joyce Wieland
- John Cavanaugh
- Andrew Noren
- Barry Gerson

Capitolo undicesimo
- Michael Stewart
- Robert Nelson
- Gunvor Nelson
- Tom Palazzolo

Conclusioni
- Newsreel

Filmografia dei film-makers citati nel libro

Indice analitico


Edito per la prima volta nel 1971 per Feltrinelli e mai più ristampato per oltre trent'anni, Occhio mio Dio fu un vero e proprio libro di culto dello sperimentalismo italiano.
Difatti, il testo di Alfredo Leonardi, regista e influente teorico underground fino ai primi anni '70, non solo rappresenta una delle rare monografie italiane dedicate al New American Cinema, di cui indaga anche radici, filiazioni e derive, ma è anche la vivida cronaca di un testimone diretto, caso unico di filmmaker italiano alla corte di Jonas Mekas.
Assolutamente lodevole quindi la decisione della Clueb di ripubblicare, prima nel 2003 e poi nel 2006, questo libro seminale che consta di ben quaranta profili biofilmografici dei personaggi che animarono il sottobosco cinematografico statunitense, con sinossi, approfondimenti critici e accorte note tecniche per le opere più significative.
Se il testo merita pienamente il prezzo non modesto che costa, alcune critiche vanno alla fattura un po' troppo spartana e disadorna del volume, peraltro punteggiato da diversi errori di battitura. Nota ancora più dolente, le filmografie in progress che chiudono il libro, in assenza di un aggiornamento a posteriori dell'editore, si fermano tutte al 1971.

Dario Stefanoni