UN'ODISSEA DEL CINEMA – IL 2001 DI KUBRICK

UN'ODISSEA DEL CINEMA – IL 2001 DI KUBRICK, di Michel Chion


Autori: Michel Chion



Casa editrice:
Lindau, Torino, 2000



Collana:
Saggi


Pagine:
180



Formato:
14x22,5



Prezzo:
14,46€



Lingua:
Italiano

Indice:

Introduzione



- Il contesto


- La genesi



- La struttura



- La messa in scena



- Verso il film assoluto



- Epilogo: una camera troppo grande



- Appendice: Il press-book di 2001



Titoli del film



Bibliografia


- Postfazione: 2001 e Eyes wide shut. Ultima odissea a Mahnattan


A più di quarant'anni dall'uscita in sala 2001: Odissea nello spazio è un film che ancora fa scorrere fiumi di inchiostro a raffinati critici, a teorici arruffoni e ad aspiranti esegeti; categorie alle quali l'autore di questa scorrevole monografia può ugualmente essere inserito.
Celebre per i suoi studi ampliamente innovativi sull'uso del suono nel cinema, Michel Chion si cimenta con il capolavoro kubrickiano rovistando ogni aspetto del film ed introducendo, qua e là con avarizia, nuove prospettive di analisi.
Il punto di partenza è un timido rinnovamento della politique des auteurs: Chion propone un approccio dialettico che vuole problematizzare la tanto accettata paternità del film al regista-sceneggiatore, sostenendo con fermezza che l'opera non è mai il riflesso obbediente della volontà di un unico autore. Certo, di per sé la tesi non è né ardita né difficilmente dimostrabile, ma se l'autore in questione è Kubrick? Quante forzature sono necessarie per disseminare la paternità dell'opera a tutti coloro che vi lavorano, se il regista sceglie le musiche e le location, scrive il copione, manovra personalmente la macchina e produce interamente di tasca sua? Il dubbio, nelle centottanta pagine del volume, permane irrisolto nello sfondo. Altrettanto, o forse peggio, si potrebbe dire del goffo tentativo di ricercare in 2001 un'idea di cinema assoluto piuttosto datata. Michel Chion è un teorico arruffone. Michel Chion è anche un aspirante esegeta che non riesce a spiccare il volo, tarpandosi le ali per seguire didatticamente i classici metodi di analisi del film. Il capitolo "La messa in scena", infatti, fa slalom tra le singole componenti del film arrancando tra intuizioni da microscopio e dettagliate decostruzioni: inutile a dirsi, lo spazio dedicato al sonoro (musica, dialoghi e rumori) è la punta di diamante dell'analisi non priva di limiti. Michel Chion, infine, è un raffinato critico che non si risparmia affatto dal dimostrarlo. 2001, nella prima parte del volume, viene ricollocato all'interno della guerra fredda, delle neoavanguardie che infiammano gli USA e della storia del cinema: il film si arricchisce di complessità e sfumature dentro le quali l'autore si muove con brio.
Nel complesso Un'odissea del cinema risponde con intelligenza agli ostacoli di un lavoro ermeneutico su un film postmoderno, inestricabile, tutt'altro che monolitico, che si presta alle più disparate e disperate interpretazioni. La forza del volume, dunque, consiste proprio nel non cadere nelle mille tentazioni che un'analisi di 2001 lascia intravedere: intelligenza, sobrietà e rigore sono gli ingredienti di questo piccolo Chion, gradevole ma non esaltante.

Giuseppe Fidotta