ITALIA ODIA - IL CINEMA POLIZIESCO ITALIANO

IITALIA ODIA - IL CINEMA POLIZIESCO ITALIANO, di Roberto Curti


Autori: Roberto Curti


Casa editrice:
Lindau, Torino, 2006


Collana:
Le Comete


Pagine:
431



Formato:
14x21



Prezzo:
15 €



Lingua:
Italiano

Indice:

Ringraziamenti


Introduzione


Avvertenza


- Italia nera. Il poliziesco italiano da Mussolini a "Un maledetto imbroglio"

- Storie di banditi

- Al di sopra di ogni sospetto: poliziesco e impegno civile

- Grazie (poli)zia: il poliziottesco, 1972-198

- Italia odia. Le mille facce del poliziottesco

- Dalla parte sbagliata. Il "nero" anni '70

- Tutti figli di Mammasantissima

- Anatomia di un filone

- Quello che non c'è. Il poliziesco al cinema e in tv, 1980-2005


Bibliografia


Indice dei film


Indice dei nomi


Maledetti pregiudizi. Dal primo momento in cui ho appreso che Roberto Curti avrebbe realizzato per Lindau un libro dedicato al poliziesco italiano anni '70 ho iniziato a pensare all'ennesima minestra riscaldata. Mi chiedevo che bisogno ci fosse di andare ulteriormente ad approfondire un genere così ampiamente sviscerato. Ora, con il libro in mano, mi trovo invece a far due calcoli e a dover ammettere che, nonostante di polizieschi se ne parli ovunque, i libri, quelli validi, quelli veri, dedicati all'argomento si contano davvero sulla punta delle dita. Forse sono anche meno. E' quindi evidente che questo volume di Curti non sia assolutamente una ridondanza di letteratura sull'argomento. Ad avvallare questa tesi è anche l'impostazione del libro, antitetica rispetto a quanto si era letto fino ad oggi in Italia. L'autore abbandona infatti la struttura a recensioni che accomunava libri come Città Violente prima e Cinici, infami e violenti poi, per dedicarsi ad un vero e proprio studio storico del cinema poliziesco italiano. Dalle pellicole prodotte durante il ventennio fascista, ai nuovissimi film per la tv che impazzano i palinsesti odierni. Una disamina storico-sociologica che verrebbe da definire acritica, se con questa parola si vuole intendere una visione il più possibile distaccata (e quindi lontano dal fanatismo che accompagna certi recensori di cinema di genere), e con un'attenzione impressionante alle fonti. Un lunghissimo saggio pronto a smentire gran parte degli stereotipi su cui la fama del poliziesco italiano aveva costruito parte della propria fortuna tra gli appassionati ("Fra il poliziesco e la crtitica è disamore a prima vista? Non esattamente").
Nel piglio di Curti si possono notare di tanto in tanto assonanze, assolutamente positive, con il Brunetta delle storie del cinema italiano. E un volume con uno studio di questo calibro vale più di mille crociate combattute a suon di "non esiste cinema di serie A e cinema di serie B".
Si astengano dalla lettura coloro che pensano che l'anima del poliziesco italiano sia da ricercarsi nelle pernacchie e parolacce sparate a raffica da Milian nei panni del Monnezza.

Michelangelo Pasini