PHILIPPE GARREL
Autori: Stefano Della Casa, Roberto Turigliatto (a cura di) | Indice: | La sola monografia italiana che omaggi il maestro di J'entends plus la guitare e La cicatrice intérieur risale ormai a dodici anni fa, all'epoca della retrospettiva tributatagli dal Torino Film Festival (che alla sua dodicesima edizione si chiamava ancora Festival Cinema Giovani). I curatori della retrospettiva, Turigliatto e Della Casa, hanno pensato così di realizzare il migliore dei cataloghi possibili. Philippe Garrel, infatti, è l'impareggiabile collage saggistico delle firme critiche più celebri e acute degli ultimi trent'anni (Daney, Aprà, Douchet, Ghezzi, Narboni) nonchè summa multiforme del pensiero e dell'estetica garrelliana espresse in prima persona dallo stesso cineasta nella lunga serie di scritti e interviste che punteggiano il volume (tra le quali brilla l'entretien al solito profondo e illuminante con Serge Daney). Il ricco menu' non difetta né del celebre capitolo de L'immagine-tempo in cui Deleuze erige Garrel a cantore della “liturgia dei corpi” né di un breve ma necessario confronto con i maestri dichiarati (Godard, Rohmer, Rivette), che ricambiano la stima e il sostegno nei confronti dell'enfant prodige con giudizi altrettanto lusinghieri. Oltre i contributi critici, il libro può vantare tra le sue grazie anche la pregevole pre-sceneggiatura di L'enfant secret (1979) e lo scrupoloso apparato filmografico, accompagnato a sua volta da un'attenta rassegna critica e dalle testimonianze dello stesso regista. Indicato anche per i fan più esigenti e arricchito da una gradevole tavola iconografica di 20 pagine, Philippe Garrel è senz'altro meritevole di una ristampa aggiornata e accresciuta che permetta di trattare anche i cinque film successivi a La nassaince de l'amour (1993), dove si ferma l'analisi filmografica del libro. Dario Stefanoni |