IL CINEMA ARABO

IL CINEMA ARABO di ALDO NICOSIA


Autori: Aldo Nicosia



Casa editrice:
Carocci, Roma, 2007


Collana: Le bussole - Spettacolo



Pagine:
128



Formato:
12,5x20



Prezzo:
10 €



Lingua:
Italiano

Indice:

Premessa

Introduzione

1.Il cinema egiziano
- La nascita di Hollywood sul Nilo
- Da Nasser fino alla naksa
- Da Sadat agli anni ottanta
- Dall'autobiografia all'incontro con l'Altro
- Dal realismo degli anni novanta a oggi
- L'intellettuale, l'integralismo e il potere
- Per riassumere…

2.Il cinema siriano
- Il cinema al servizio del partito Ba‘th
- La fiction di Stato
- Il prodigio del settore privato
- La causa palestinese e l'antisionismo
- Il cinema d'autore degli anni ottanta
- Dagli anni novanta a oggi
- Per riassumere…

3.Il cinema del resto del Medio Oriente
- Il cinema in Palestina
- Il cinema in Libano
- Il cinema in Iraq e nei paesi del Golfo
- Per riassumere…

4.Il cinema del Maghreb
- Introduzione
- Il cinema in Algeria
- Il cinema in Tunisia
- Il cinema in Marocco
- Il cinema ai confini del Maghreb: Libia e Mauritania
- Per riassumere…

Conclusioni


Appendice


Bibliografia


Indice dei registi


Indice dei film

Allo studioso armato di buona volontà che intende divulgare il cinema arabo in Italia si parano davanti due scogli insormontabili contro i quali con buona stima andrà a cozzare. Il primo: in Europa, e in Italia ancora peggio, la conoscenza del cinema arabo è pari ad uno sparuto elenco di film (una dozzina, al massimo) e di autori (non più di cinque) che hanno conosciuto la grazia festivaliera della visibilità internazionale. Il secondo: nei paesi di lingua araba il cinema non è né un rito sociale né un'istituzione né una pratica culturale diffusa, ma un qualcosa di più evanescente difficilmente comprensibile ad un occidentale. Giunti a questo punto di solito si cita il fatto che in Arabia Saudita (25 milioni di abitanti) non esistono sale cinematografiche.
Pertanto uno studioso di cinema arabo deve possedere un bagaglio di strumenti, pratiche e capacità di ben diversa portata rispetto ai canoni storiografici sedimentati nel secolo appena trascorso. E Aldo Nicosia, autore de Il cinema arabo coraggiosamente edito da Carocci, parrebbe avere tutte le carte in regola: una profonda conoscenza dell'universo arabo che emerge in tutti gli snodi cruciali del volume, una passione fatta di dedizione per un cinema invisibile, un'indiscutibile competenza. Eppure questi ingredienti non bastano da soli.
Lo studio fa fatica ad approfondire i caratteri portanti del cinema arabo, limitandosi spesso a svolazzare di film in film per analogie cronologiche e tematiche oppure, operazione pur di gran valore, ad impastare storia politica e culturale per poi leggerne i riflessi nel cinema. Al discorso sull'autore, appena accennato soltanto per Shahin (o Chahine com'è più noto), viene privilegiato il discorso sul film, frequentemente presentato sotto forma di breve sinossi e brevissima analisi più sociologica che critica. Analoghe pecche condiscono il discorso più squisitamente storiografico: i dati latitano, la reale portata del fenomeno cinematografico permane sullo sfondo, il pubblico non è altro che un'entità impalpabile. È innegabile che l'autore meriti degli encomi, poiché comunque si tratta di un'apripista ed opera in situazioni a dir poco disagevoli, anche quando è la superficialità a farla da padrona. Superficialità che, seppur chiamata essenzialità, è la stessa collana – Le bussole – ad esigere categoricamente.
La notevole bibliografia – a maggioranza francese, com'è ovvio – tenta di riempire i buchi di un lavoro destinato ad essere superato.

Giuseppe Fidotta