GLI INTELLETTUALI ITALIANI E IL CINEMA

Gli intellettuali italiani e il cinema, di Gian Piero Brunetta


Autore: Gian Piero Brunetta


Casa Editrice: Bruno Mondadori, Roma, 2004


Collana: Le scene del tempo


Pagine: 179


Formato: 13,5x18,5


Prezzo: € 16


Lingua: Italiano

Indice:

Introduzione

1. Scrivere con la luce
- La matita della natura
- Prima del cinema
- L’effetto cinema
- Il cinema è mio padre
- Musica cromatica e sinfonia visiva
- Virus ed elemento fecondante della letteratura
- Fonte di ispirazione letteraria e linguistica

2. La grande migrazione
- Una nuova Bibbia dei poveri
- Dalla biblioteca alla filmoteca dell’italiano
- La Diva come Luce di un nuovo giorno dello spettacolo
- I manifesti del cinema: le nuove forme dell’arredo urbano
- I primi richiami dell’industria della celluloide
- Padre Dante che sei nei cieli del cinema
- Metamorfosi del melodramma

3. Luogo della memoria
- I titoli dei film come esche, vasi di profumi e madeleines della memoria
- In nome del Lux, dello Splendor e del Palladium Lucifer…

4. L'attrazione fatale, ovvero l'odore dei soldi
- La “novissima forza”
- Le relazioni pericolose
- Passaggio di stato
- Giovanni Verga tra trappole e miraggi
- Viva San Cinematografo

5. Ferdinando Martini, il convitato di pietra del cinema italiano
- Luccichio dell’oro e lampi di guerra
- Musiche, parole e silenzi

6. L'ombra lunga di Pirandello sul cinema italiano
- Pirandello, “angelo necessario” del racconto cinematografico del Novecento
- Da Serafino a The Truman Show
- Un Moloch che divora l’anima
- L’oltre

7. Il futurismo
- Lo schermo come luogo della fuga in avanti
- Il cinema, la nuova arma della modernità
- Pirandello futurista

8. I cines-graffiti dai Taccuini di Emilio Cecchi

9. Mutamento di stato e invenzione di una lingua per lo schermo
- Alla ricerca di un nuovo ruolo e di una nuova identità per lo scrittore
- La letteratura, traghetto per la realtà

10. Autobiografia dell'homo cinematographicus
- Cinema come mondo e come maestro di vita

11. Un'anima divisa in due
- Un esercito di complemento
- Alberto Moravia, mastro Geppetto della critica cinematografica

12. Il sogno di far parlare le cose

13. Il cinema come fonte e alimento della letteratura
- Tracce di celluloide nella testa e sulla pagina
- Pensare e scrivere per immagini
- Lo schermo fonte di luce pentecostale e di ispirazione letteraria
- Gli ultimi figli del cinema

14. La letteratura come habitat
- Dalla letteratura alla ricreazione di un mondo perfetto e parallelo
- Orchestrare letteratura, geografia e storia con la macchina del tempo
- Il lungo viaggio di Pasolini dentro i classici

I luoghi della memoria

Indice dei nomi

Nel 1972 un giovane Brunetta dà alle stampe un importante saggio, Intellettuali, cinema e propaganda tra le due guerre, che lo lancia tra le nuove promesse della storiografia cinematografica italiana. Più di trent’anni dopo Brunetta, che nel frattempo nella storiografia cinematografica italiana ha assunto un ruolo quasi pontificale, ritorna con questo Gli intellettuali italiani e il cinema sui suoi passi, rielaborando e ampliando tutta la rete di relazioni che intercorrono tra il cinema, in particolare italiano, e le diverse generazioni di intellettuali che vi si sono accostati.
La specificità di Brunetta, come studioso e come storico, consiste nel considerare il fenomeno cinematografico sempre come la risultante di spinte provenienti da molteplici forze della società. Non soltanto un fenomeno artistico, ma anche sociale, economico, politico e culturale. Va da sé che da una simile prospettiva, più inedita di quanto si possa pensare, il cinema può riemergere in ogni anfratto della società italiana. Compreso, appunto, la componente intellettuale.
Ma non ci si deve certo aspettare dallo studioso padovano una semplice mappatura degli intellettuali in qualche maniera legati al cinema, bensì una ricognizione basata sulla pluralità di sguardi e di modalità con cui si verificano le relazioni tra il cinema e i protagonisti (anche di secondo piano) della cultura italiana.
Attraverso gli sterminati materiali consultati e l’acutezza dello studioso emergono relazioni inedite, dinamiche ed impensabili.
Se nella produzione di Brunetta questo saggio può considerarsi minore, un work in progress, non mancano però i passaggi cruciali che hanno il merito di gettare nuova luce sulle metodologie di ricerca e i percorsi della scrittura dell’autore. Ciò che manca è, invece, una bibliografia, la cui pesante assenza è compensata da un appendice in cui si mappano fondi e archivi dei più prestigiosi intellettuali italiani: l’aspirante ricercatore non può che gradire.



Giuseppe Fidotta