TEMPO DI MORIRE - RICORDI, RIFLESSIONI, ANEDDOTI

Transcendental Style in Film - Ozu, Bresson, Dreyer, di Paul Schrader


Autore: Krzysztof Zanussi


Casa editrice:
Spirali, Milano, 2009


Collana:
l'alingua


Pagine:
388


Formato: 14 x 21


Prezzo:
25 €


Lingua:
Italiano

Indice:

Il titolo di questo libro


La conquista del mondo


Vita di famiglia


Azzardo e possibilità


Viaggi esotici


La terra della grande promessa


Non tutto il male


Detti


La muleta e altre mosse


I ricordi e le maschere


Cose della vita


Una frase del dialogo


Da dove trae i suoi temi?


Fantasmi


I grandi di questo mondo


Discorsi


Il sogno americano


La politica


Avventura con il Papa


Barbablù


Melpomene


Le altre muse


La fede


Il passato è finito


Filmografia


Premi (selezione)


Produzioni teatrali


Krzysztof Zanussi, oltre settant’anni sulle spalle dei quali ben cinquanta passati dietro la macchina da presa con un estro, una fantasia, ma allo stesso tempo un rigore ed una morale propri solamente di chi ha vissuto da intellettuale, ricercatore, fisico, filosofo e cineasta in Polonia dagli anni ’60 ad oggi. Di estrazione cattolica e tutt’ora membro della Pontificia Commissione per la Cultura, è divenuto celebre in tutto il mondo con Da un paese lontano, film che dedicò nel 1981 alla figura di Giovanni Paolo II e tre anni più tardi per essersi aggiudicato il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con L’anno del sole quieto. Complice una letteratura quasi inesistente, in Italia molte delle sue migliori pellicole (La struttura del cristallo e Illuminazione su tutte) rimangono invisibili e sconosciute al grande pubblico. Ciononostante Zanussi resta legato alla terra cui deve le sue origini (dal Friuli i suoi avi si trasferirono in Polonia), non solo masticando un perfetto italiano, ma anche girando film come Persona non grata, del 2005, in cui ha voluto a recitare Valeria Golino, Renzo Balducci e Remo Girone. Rendere il portato di una personalità così sfaccettata, di un uomo di cultura tanto istrionico e di una figura così emblematica per il cinema est europeo come quella di Zanussi, sarebbe stato difficile anche per il critico più varato: ecco, forse, perchè Krzyszotf stesso ci propone i suoi “ricordi, riflessioni, aneddoti”, in questa autobiografia edita da Spirali.
E’ impossibile negare che a prima vista Tempo di morire possa apparire come un mattone un po’ difficile da digerire: quasi quattrocento pagine su un regista che non ha mai fatto dell’intelleggibilità alle masse il suo cavallo di battaglia, possono sembrare una mezza avventura per chi di Zanussi non è il più pervicace sostenitore. Ma la prosa appassionata, intensa e confidenziale allo stesso tempo, i numerosi aneddoti e le curiosità pescate dal cilindro dei ricordi fanno da contraltare alle pause riflessive che Zanussi si concede e danno forma ad un racconto che non è solo la storia di una vita, ma piuttosto l’occasione per entrare a stretto contatto con i paesi protagonisti della guerra fredda; per rendersi conto di quanto il blocco sovietico potesse influenzare e limitare gli intellettuali del tempo, ma allo stesso tempo esserne una delle primarie fonti di ispirazione. Per capire insomma quanto Zanussi, regista, produttore e uomo di cultura a tutto tondo non potesse prescindere dalla situazione politica che viveva giorno dopo giorno e quanto molte delle sue pellicole siano effettivamente figlie, nel bene e nel male, di un certo periodo e della reazione ad esso. Quello che Il tempo di morire sembra richiedere (un impegno di lettura non indifferente) è in realtà poco più che apparenza: superato il primo scoglio, il pregiudizio che vuole il cinema est europeo un polpettone indigeribile, la lettura apparirà discretamente scorrevole.

Michelangelo Pasini