JIM JARMUSCH -IL FASCINO DELLA MALINCONIA

Jim Jarmusch - il fascino della malinconia


Autori: Chiara Renda


Casa editrice:
Le Mani Microart's , Genova, 2008


Collana:
Extralights


Pagine:
124


Formato:
11,5x16,5


Prezzo:
10 €



Lingua:
Italiano

Indice:

Introduzione

Osservare il quotidiano da una prospettiva sbilenca

Stranieri in cerca di un “paradiso”

Ibridazione e dispersione: un discorso sui generi

I Film

- Permanent Vacation
- Stranger than Paradise
- Down by law - Daunbailò
- Mystery Train - Martedì notte a Memphis
- Night on Earth - Taxisti di notte
Los Angeles New York Parigi Roma Helsinki
- Dead Man - Year of the Horse
- Ghost Dog - Il codice del samurai
- Coffee and Cigarettes
- Broken Flowers

Filmografia

Bibliografia



Nella penuria di testi critici dedicati ad uno dei cineasti americani più originali degli ultimi vent'anni, il libro in esame è senza dubbio il più aggiornato: nella filmografia, oltre alla produzione spesso trascurata di videoclip, è infatti segnalato anche The Limits of Control, presentato a Cannes 2009 e ancora inedito in Italia.
Scritto da una giovane studiosa (classe '81), il libro si sofferma soprattutto sui temi cardine e già fittamente dibattuti della poetica jarmuschiana, quali l'interesse per le figure apolidi e marginali (dalla Renda definito a più riprese, e in modo piuttosto discutibile, “spirito democratico”), il leitmotiv dell'erranza da flaneur postmoderno e le affinità di sguardo con il collega e amico Wenders, di cui si citano numerosi scritti. Se una certa attenzione è posta anche sulle ascendenze letterarie e pittoriche di Jarmusch, da Robert Frost a Edward Hopper (da cui il cineasta di Akron mutua la poesia visiva della “stasi del quotidiano”), di maggiore interesse e originalità critica risulta il paragrafo dedicato al controverso rapporto con i generi, demitizzati e détournati in senso anti-eroico e anti-retorico.
La seconda parte del libro sembra invece aderire alla struttura-tipo dei Castorini, per il suo concentrarsi nel dettaglio sulla sinossi dei singoli film, e con la pecca di un'eccessiva sintesi per quanto riguarda l'analisi critica, limitata a tre-quattro pagine per film.
Seppure sia impreziosito da invitanti suggestioni letterarie (le molte citazioni poste in esergo ad ogni paragrafo) e da rade note culturali che si vorrebbero più approfondite (è il caso dell'America secondo Baudrillard), il libro non azzarda percorsi critici originali, limitandosi a ribadire in molti passaggi quanto già trattato esaustivamente da Umberto Mosca nel suo Castorino, di cui si sfiora la riscrittura non necessaria, considerando la frequenza un po' eccessiva dei passaggi citati.
Una leggera e disimpegnata introduzione alla poetica jarmuschiana, quindi, dal formato tascabile e arricchita da quindici pagine di tavole illustrate a colori (ottima la qualità di stampa).

Dario Stefanoni