NANNI MORETTI - CARO DIARIO

NANNI MORETTI. CARO DIARIO, di Federica Villa


Autori: Federica Villa

Casa editrice: Lindau, Torino, 2007

Collana : Universale film

Pagine: 110

Formato: 13,5x19

Prezzo:
12 €

Lingua:
Italiano

Indice:

Moretti, l'altrui cinema e il cinema italiano


Il film


Suddivisione delle sequenze


All'origine


Sinossi


«Caro diario», giro di boa


«In vespa»: scrittura comunque necessaria


«Isole»: un'antologia e un lascito


«Medici»: autobiografia disattesa


Dopo «Caro diario»


Antologia critica


Bibliografia

Certe collane editoriali, come i Castori cinema, sfornano a ritmi discreti dei prodotti caratterizzati primariamente da una struttura ed una forma fortemente standardizzate. Gli autori, anche i più apprezzati, si trovano ingabbiati in schemi obbligati e il rischio defaillance critica è sempre dietro l'angolo. L'Universale film di Lindau raddoppia il rischio richiedendo un'analisi di film generalmente celebrati che sia al tempo stesso di una certa originalità e per il grande pubblico. Una sfida non da poco. Ecco perché, all'interno di un già felice assortimento di autori, quello di Federica Villa, autrice assieme a Giulia Carluccio di diversi testi sull'analisi e la post-analisi, è un nome che non sfigura affatto.
Nanni Moretti - Caro diario scopre subito le carte e già da principio si propone di aggirare la classica analisi per una prospettiva eterodossa.
Certo, gli ingredienti tipici non mancano: ampi spazi sono dedicati alla sinossi, alla divisione in sequenze, all'ideazione, all'accoglienza da parte della critica. Ma nelle intenzioni l'autrice si candida ad andare oltre, dichiarando di voler dimenticare il film in quanto tale per preferirgli una visione allargata, centrata più sull'autore che sulla singola opera. Difatti per la Villa Caro diario è un momento-chiave nel percorso autoriale di Moretti talmente deflagrante da potersi considerare un nuovo inizio e, dunque, una rinnovata riflessione estetica e poetica. In questa maniera i tre episodi che compongono il film diventano, più che delle dichiarazioni di poetica, dei veri e propri saggi cinematografici: In vespa sulla scrittura filmica, Isole sulla messa in scena e Medici sul narratore e sul personaggio.
Da questa premessa il saggio prende il volo e punta ad analizzare il film con lo strabismo di volergli leggere addosso il passato e il futuro del suo autore, innescando un corto circuito che però rimane soltanto intenzionale, dal momento che alla resa dei fatti l'analisi non raggiunge gli obiettivi dichiarati ma si limita ad un'applicazione dei metodi normativi di chiara derivazione manualistica (come dimostra la scomposizione in sequenze e l'analisi delle singole unità minime di significato).
Se la correttezza dei presupposti teorici è innegabile e il metodo non privo di punti di forza, l'esito finale non si staglia oltre la superficie di un'analisi eccessivamente scolastica e didascalica, sebbene abbia qualche brillante intuizione. L'antologia critica, essendo composta unicamente da recensioni di quotidianisti scritte a ridosso dell'uscita in sala, si arriccia tutt'intorno alla trama, all'impressionismo e alla definizione/ridefinizione del “morettiano” a partire dalla quale, purtroppo, il saggio stesso si costituisce.

Giuseppe Fidotta