JOHN CASSAVETES

John Cassavetes, a cura di Jim Healy, Emanuela Martini

Autori: Jim Healy, Emanuela Martini (a cura di)



Casa editrice:
Il Castoro, Milano, 2007



Collana:
Il Castoro in collaborazione con Torino Film Festival



Pagine:
226



Formato:
21x25



Prezzo:
26€



Lingua:
Italiano

Indice:

L'eterna illusione di Emanuela Martini


New York 1959

- Mekas VS Cassavetes

- Un modo di vivere, intervista di Andrè S. Labarthe a John Cassavetes

- Il caterpillar, intervista di Jim Healy ad Al Ruban


Tra New York e Hollywood

- Il teatro di una rivoluzione, di Franco La Polla

-
Quattro film in dieci anni, intervista di Joseph Gelmis a John Cassavetes

- Lavorare per gli studios, di Jim Healy

- Un fratello maggiore, intervista di Jim Healy a Seymour Cassel


Scie d'amore

- Life is man and woman, di Paola Malanga

- L'emozione e la tecnica, intervista di Michel Ciment e Michael Henry a John Cassavetes

- Gena, di Beverly Walker

- Tra attori, di Ben Gazzara


Post scriptum

- Il primo Ombre e A woman of mistery, di Jonathan Rosenbaum

- Due o tre cose che so di Cassavetes, di Jonathan Lethem


La vita e i film

- La vita

- I film, a cura di Roberto Manassero


Bibliografia, a cura di Roberto Manassero


Se da sempre uno dei punti di forza del Torino Film Festival sono le retrospettive dedicate ai registi, il “catalogo” che le completa ed accompagna è decisamente la ciliegina sulla torta. Questo libro, uscito appunto a corredo del grande omaggio dedicato a John Cassavetes durante l’ultima edizione numero 25 della manifestazione, è qualcosa di cui non è affatto facile parlare.
Molto spesso quando si approccia una monografia su un regista, uno sceneggiatore o un attore si è alla ricerca di una completezza ed un’organicità che invece nel libro a cura di Jim Healy ed Emanuela Martini manca completamente. Ma questa volta è proprio il caso di dire: per fortuna. E’ evidente, infatti, come nelle intenzioni degli autori non ci fosse quella di scrivere l’opera definitiva sul cinema di una delle figure più interessanti mai transitate per Hollywood, ma semplicemente quella di presentare John Cassavetes nel modo in cui a lui sarebbe andato più a genio. Ecco allora Emanuela Martini e Jim Healy lavorare di sottrazione evitando accuratamente ogni scritto puramente filologico, per lasciare invece spazio alla parola dei suoi collaboratori. Lui, così eccentrico, passionale, anarchico, quanto avrebbe gradito un rigido compendio in rigoroso ordine cronologico che andasse a sezionare la sua vasta ed anticonvenzionale filmografia?! Poco oserei dire. Gli autori colgono perfettamente l’urgenza di improvvisazione del regista, la sua volontà di lasciare lo spazio necessario affinchè gli attori potessero dare libero sfogo alla propria creatività e ne fanno la loro bandiera in questo lavoro che è più di raccolta e ricerca che di scrittura.
Nel libro trovano così spazio tre interviste a John Cassavetes, diverse testimonianze di chi ha lavorato con lui e una manciata di saggi; il breve scritto di Franco La Polla, che già nel suo titolo “Il teatro di una rivoluzione” condensa tutto il cinema del Nostro, varrebbe da solo l’acquisto del volume. Ma il libro è anche l’ode sperticata a Gena Rowlands (tratta da Film Comment 1989) ad opera di Beverly Walker e soprattutto un commosso ed ultimo saluto (tratto dai Cahiers Du Cinema 1989) da parte di Ben Gazzara, amico e collaboratore di Cassavetes, al “... solo uomo che abbia saputo affrontare le esigenze della sua arte con tanto coraggio”. La consueta filmografia, redatta in modo ineccepile anche per quel che riguarda la produzione televisiva del regista, ed un comparto iconografico, a colori ed in bianco e nero, impreziosiscono ulteriormente l’opera.
La struttura voluta da Healy e la Martini non ha solo il pregio di essere perfettamente in linea con il personaggio che analizza ma rende la lettura estremamente agevole e veloce. Il che è un pregio non da poco considerando le mattonate che certi autori ci costringono ad affrontare perchè troppo influenzati da una disciplina come la semiotica che, quando si avvicina al cinema porta buoni frutti, quando si sovrappone ad esso, invece, non può che nuocergli.

Michelangelo Pasini