LARS VON TRIER - IL CINEMA COME DOGMA - CONVERSAZIONI CON STIG BJORKMAN
Autori: Stig Bjorkman, Lars Von Trier | Indice: Prefazione Lars Trier I primi film Immagini di una liberazione I manifesto: dichiarazione di intenti L'elemento del crimine II manifesto Epidemic Medea III manifesto: io confesso! Europa Riget 1 Manifesto: Dogma 95 Le onde del destino Psychomobile #1: L'orologio del mondo Change, videoclip e spot pubblicitari Riget 2 Idioti Il manifesto di Selma Dancer in the Dark Filmografia | Il libro-intervista è uno strumento già di per sè prezioso, ma se una personalità eccentrica, risoluta e rivoluzionaria come quella di Lars Von Trier è presa per mano dall'intelligenza critica di uno come Stig Bjorkman il risultato può diventare stupefacente. I rischi insiti nel redarre questo volume erano principalmente due: prima di tutto evitare che le risposte del regista, noto per essere discretamente schivo, non si riducessero a monosillabi, ma che fossero occasione per raccontare non solo il proprio cinema ma soprattutto se stessi. In seconda battuta Stig Bjorkman si è dovuto guardare dal farsi schiacciare da una personalità artistica così profonda ed importante come quella di Lars Von Trier e riuscire a mantenere la conversazione sui binari che più gli interessavano. Nella lunga chiacchierata il regista si confronta con il suo cinema, con il Manifesto del Dogma che ha scritto, rispettato e diffuso, fornisce aneddoti e curiosità sulle sue pellicole, ma non diventa mai pedante come alcuni detrattori del lavoro del maestro danese potrebbero pensare. Contrariamente a quanto si possa pensare e in controtendenza rispetto a quanto avviene solitamente, uno dei capitoli più interessanti del volume è quello dedicato alla biografia del regista. Le domande di Stig Bjorkman infatti sanno bene dove andare a scandagliare l'infanzia di Lars Von Trier per fare emergere gli elementi che hanno dato vita a quella che oggi si può considerare la sua poetica cinematografica. Decine le foto (in buona qualità) in bianco e nero e a colori che corredano il libro. Un appunto: le dimensioni del volume (troppo grande) potevano essere meglio adattate al testo (che occupa solo una colonna centrale del libro, lasciando larghissimi margini bianchi). Michelangelo Pasini |