CINÉ
Autori: Vittorio Giacci (a cura di) | Indice: | “Io penso – scrive Zavattini in Neorealismo ecc. – che queste due cinematografie [italiana e francese] vadano l'una verso l'altra, che l'una si arricchisca dell'esempio dell'altra, pur conservando la loro tipicità”. Questa la tesi: Ciné a cura di Vittorio Giacci, già direttore generale dell'Ente Cinema e di Cinecittà International, ne è la dimostrazione. Il volume, nato nel seno delle istituzioni, approfondisce l'esperienza delle coproduzioni tra Italia e Francia, pratica felicissima che, soprattutto tra i Cinquanta e i Settanta, ha infiammato gli schermi mondiali con una sequela di immensi capolavori. Il lavoro di Giacci continua e colma il discorso aperto quindici anni fa da Tassone e Gili con Parigi-Roma (1995, ed. Castoro), mantenendone in alcuni casi persino le voci (come Gili, autore di un'interessante ricerca sulle coproduzioni ante litteram del primo Novecento) ed ampliandone la portata – inedita è l'impostazione costruita sugli assi portanti di Neorealismo e Nouvelle Vague, e non sulle produzioni destinate al grande pubblico, che propongono sia Giacci che Frodon, direttore dei Cahiers du Cinéma. Sempre Giacci, inoltre, è autore di un intervento prezioso che riesce a sintetizzare la storia delle cinematografie sorelle in una ventina di pagine. Più leggeri e aneddotici gli interventi di Jacob, direttore del festival di Cannes, di Lizzani, che racconta la sua esperienza da protagonista, e di Toubiana. Grazie agli interventi finali e ad una completa raccolta di dati economici e legislativi, il volume gode di un innegabile valore accademico. A tal proposito si segnala anche il CD in allegato, nel quale il trio Tassone-Gili-Grossi analizza nel dettaglio tutta la filmografia delle coproduzioni dal 1947 al 2008. Ma la perla, il vero fiore all'occhiello di quest'opera già di per sé encomiabile, è una sezione iconografica titanica e incantevole: l'appassionato di cinema rischia la sindrome di Stendhal. Giuseppe Fidotta |