JACQUES RIVETTE
Autori: Goffredo De Pascale | Indice: - A Parigi "pour faire du cinéma" - Le coup du berger (1956) | Non è un azzardo dire che Jacques Rivette è il meno studiato dei maestri della Nouvelle Vague, il più invisibile e sperimentale dei giovani turchi. La monografia di De Pascale arriva a disturbare un oblio bibliografico rotto, in Italia, in due sole altre occasioni: nel 1974, con il catalogo della retrospettiva tributatagli in quell'anno dalla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, e nel 1991, con la pubblicazione del volume collettivo Jacques Rivette. La règle du jeu per i tipi del Museo del Cinema di Torino. Al di fuori di queste edizioni, certo ben poca cosa per uno dei padri del cinema moderno, la filmografia rivettiana non è mai stata analizzata nella sua complessità e originalità, preferendone trattare la produzione critica ai tempi dei Cahiers du Cinéma, come nel caso degli articoli, spesso antologizzati, sul concetto di mise en scène e la celeberrima stroncatura di Kapo' di Pontecorvo. Assolutamente necessario quindi questo tardivo Castoro, che, ricorrendo all'abituale struttura della collana, esordisce con una breve intervista d'apertura (datata 2002), forse troppo sintetica considerate le grandi doti affabulatorie del raffinato interlocutore. A seguire, un'approfondita introduzione critica, tipica dei Castorini, rivela la poetica del più pynchoniano dei cineasti contemporanei, a lungo snobbato da pubblico e distribuzione per via dei suoi film fluviali (si va dalla media di 150 minuti per lungometraggio alle sei ore di Giovanna d'Arco e alle dodici del film-monstre Out 1: Noli Me Tangere). De Pascale passa in rassegna molti dei leitmotifs rivettiani (il coinvolgimento degli attori nella scrittura, l'uso del pianosequenza, la politique altamente morale del suo sguardo) e dei risvolti biografici meno noti, come le vicissitudini censorie di Susanna Simonin, la religiosa e l'intenso confronto con le avanguardie teatrali e musicali degli anni '70. Infine, a coronamento del volume, il consueto apparato filmografico con sinossi dettagliate e analisi molto accurate sul piano della diegesi, ma meno coraggiose a livello interpretativo. Molto utile l'inclusione nella bibliografia conclusiva, doviziosa come da tradizione Castoro, della cronologia completa di tutti gli scritti e interventi dello stesso Rivette apparsi su Gazette du cinéma, Cahiers du Cinema e L'Avant-scène du Cinéma. Dario Stefanoni |