MICHAEL CIMINO

Michael Cimino, di Giancarlo Mancini


Autori: Giancarlo Mancini


Casa editrice:
Le Mani - Microart's, Genova, 2007


Collana:
Cinema


Pagine:
128


Formato:
14x21


Prezzo:
14€


Lingua:
Italiano

Indice:

I. Cimino nel cinema del suo tempo


- Appunti per un'introduzione

- Una ridda di ombre e desideri: gli inizi

- Il contesto storico della Hollywood Renaissance

- Un'occasione sprecata? Cimino e l'industria cinematografica americana

- Alcuni motivi dell'opera ciminiana

- Lo stile

- Conclusione


II. Carriera di Michael Cimino


III. La grande occasione: Una calibro 20 per lo specialista

- Il viaggio e il cinema

- Sulla strada di un cinema nuovo


IV. Una guerra senza eroi: Il cacciatore

- Impressioni da una generazione distrutta

- La regola dell'eccezione

- Orrore e delirio a Saigon

- Crescere con la paura nel cuore

- L'armonia e la catastrofe

- Giudizi su un film controverso


V.Gli ultimi fuochi della frontiera: I cancelli del cielo

- Per una nuova dimensione del cinema e della storia americana

- Genealogie dimenticate

- Sotto il tallone di ferro

- La grandiosa fragilità di una scomoda verità

- Vitalità del crepuscolo


VI. Nell'inferno sognando il paradiso: L'anno del dragone

- Un altro Vietnam per il detective White

- L'inferno nel pianerottolo di casa


VII. Un'icona del nostro tempo: Il siciliano

- Il sogno americano del siciliano

- Tra terra e mare

- Il salvatore delle montagne

- Il cinema come fabbrica del mito


VIII. Gli ultimi sussulti di un demiurgo: Ore disperate

- Le regole non contano

- Ritrovare una casa


IX. Il cacciatore e la luce: Verso il sole

- Solo chi non ha più speranza può ancora sperare

- Il viaggio al contrario


Filmografia


Bibliografia


Indice dei nomi e dei film


Michael Cimino è un esponente a pieno titolo della New Hollywood di Scorsese, Coppola, Spielberg e compagnia bella, o è semplicemente un regista che nel giro di sette film è stato capace di entrare con almeno due di essi nella storia del cinema (parliamo de Il Cacciatore e L’anno del dragone) e con un terzo di stravolgere quanto alcuni mostri sacri avevano creato prima di lui (sono note le traversie produttive de I cancelli del cielo, film accusato di aver contribuito massicciamente al fallimento della United Artists)? Intorno alla sua figura si è scritto tanto, ma molto spesso questi fiumi di inchiostro sono stati spesi solamente per approfondire la sua personalissima e particolare visione di cinema e per ricamare sulle leggende che da sempre lo vedono protagonista. Non altrettanto spesso la critica, soprattutto italiana, si è fermata ad analizzare il ruolo che il regista di New York ha ricoperto all’interno di un movimento così radicale e fondamentale come quello che ha sconvolto le major di Hollywood all’indomani del successo de Il laureato di Mike Nichols e Gangster story di Arthur Penn.
Il libro di Giancarlo Mancini ha invece un vero e proprio intento programmatico, ovvero l’”inquadramento della figura di Cimino nel suo contesto storico-artistico”, per fare chiarezza in quell’inspiegabile quanto forse involontario tentativo della critica di “asportare lentamente [la sua figura] dalla foto di gruppo dei giovani ribelli che cambiarono le sorti del cinema americano”. Proprio per questo motivo l’autore divide il suo volume esattamente in due parti: dedica infatti il primo capitolo alla contestualizzazione del regista all’interno del panorama della New Hollywood, il secondo alla sua carriera (non una noiosa e sterile biografia), per poi successivamente soffermarsi sull’analisi di ogni film, ogni singolo, enorme, tassello di una carriera lunga solo sette pellicole ma in piedi da oltre trent’anni. La lettura risulta tanto interessante quanto varia grazie alla capacità dell’autore di ragionare non solamente in termini di (ri)posizionamento di Cimino all’interno del panorama cinematografico a cui appartiene, ma anche in termini di riappropriazione del mondo della critica che lo ha relegato ad essere poco più di una nota a margine: ecco quindi che citazioni e spunti da studi precedenti abbandonano la loro condizione di frasi lapidarie a cui ancorare un pensiero per diventare veri e propri brani da cui partire per rendere il volume partecipato, vario e ragionato.
Classica impostazione dei volumi Le Mani, apparato iconografico al centro del libro, foto in bianco e nero ma più che nitide; copertina, qualità della carta, editing pressochè perfetto.

Michelangelo Pasini